martedì 30 giugno 2015

Over the rainbow

[#LoveWins è la storia di un contagio colorato e verace.
È la felicità del diritto che supera il pensiero  retrogrado e porta emancipazione schiacciando il pregiudizio. È l'unità dei 50 stati più influienti del mondo. È la speranza che soffia e sussurra all'orecchio di chi sa ascoltare "siamo tutti uguali".]



In questi giorni stiamo assistendo ad un fenomeno alquanto pittoresco, che nasce oltreoceano, si diffonde rapido sulla cresta dei social e si presenta fiero.
Per studiarlo non occorre andare lontano, basta proiettare lo sguardo all'origine dell'arcobaleno. Quell'interregno fantastico governato da nani che nascondono pignatte d'oro, Minipony e Orsetti del cuore.

La moltiplicazione del gay è un fenomeno che si propaga nei peggiori bar di provincia, in piazza, al supermercato, durante incontri occasionali sia  formali che informali. La sua folle corsa non pare dare segni di arresto.

Ultimamente tutti hanno amicighei, ma guarda caso ne hanno di più quelli che in fondo hanno paura.
Hanno amicighei quelli che li buttano in apertura nel discorso, specificando che sono tanti, come per incutere un po' di soggezione. "Ho tanti amicighei.." e te li trovi in assetto di piramide umana, issati a mo' di scudo. Praticamente un muro di Berlino, ma con più stile.
Quelli che hanno più' amicighei di tutti sono quelli che continuano la frase con un però.
Un però netto e pesante, tagliato con il coltello come a segnare una trincea.

"Di là amicighei! 
Andate tutti là.
E rimaneteci, che qui si sta stretti."

Così su Facebook e Twitter sono giorni d'inferno in cui la cronaca s'accosta a italianismi funambolici infarciti di opinioni inesatte.
Tutti dietro a ticchettettare su tastiere esauste 50 sfumature di bestialità riguardo le quali, sono certa, gli amicighei non sarebbero troppo d'accordo.

Tirateli fuori tutti questi amicighei!
Voglio guardarli mentre prendono le distanze da voi, che li definite amici, ma non pari a voi stessi.

Poi ci sono i figlinipotifratellighei, che sono una variante raffrorzativa, introdotti coattamente nel discorso al grido di "preferirei un figlionipotefratelloghei piuttosto che". Piuttosto cosa?

Spoiler:
"preferirei un figlionipotefratelloghei piuttosto che" non è una frase di apertura. Non sei tollerante e non avrai il nobel per la pace. Ritenta, sarai più fortunato.

figlionipotefratelloghei sono nascosti nei discorsi a maggior tasso di disagio, e sono il frutto della fantasia di gente che spesso non merita ne' un figlio, ne' un nipote, ne' un fratello.

Immagino tavole domenicali popolatissime, presidiate da nonne molto avanti che cucinano matasse di tagliatelle al ragù, tortellini, lasagne fumanti e ogni tipo di leccornia che un nonna possa cucinare ai propri figlinipotifratelli. Che sono semplicemente figlinipotifratelli, quindi degni di essere rimpinzati di cibo grasso.


E adesso cantiamo insieme...


Bonustrack!