Hai il rock nelle cicatrici e trasporti vita e tensione e sbavature di matita. Ti osservo mentre abbracci tutti da lontano, con occhi muti e profondissimi.
Non ti rendo niente.
Puoi scassinarle queste parole. Le troverai gusci di molluschi migrati.
Per te non c'è che questo.
Mi lascio frugare via pensieri dalle tasche.
In tempi diversi, dispari, spezzati mi troverai sfuggente. Già baciata.
Scivola la presa dalle mani. È un blues, un jazz, un alibi qualunque.
Disperdo.
Semino.
Libero.
La traccia che lasci, il volume che hai spostato. Filato di lamè. Fiato di povera polvere.
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