martedì 14 ottobre 2014

Prendi una matita

Una volta ho pensato che potendo scegliere quale oggetto essere, avrei optato per una matita.
Qualche volta, con un po' di tempo a disposizione, nascono domande assurde più dei temini alle elementari.
Ma la cosa più straordinaria è che a certi quesiti mai immaginati nascono risposte scattanti e sicurissime.

E così, potendo scegliere cosa essere, sarei matita.
Matita, non penna.
Perchè la matita è una cosa viva; respira ed è fatta di legno e grafite; si consuma con l'uso e ad ogni piroette nel temperino crea gonne ampie bordate in giallo e nero per bambole piccolissime.

Matita mi è sembrata una risposta sensata.
La matita scrive in orizzontale ed in verticale senza sforzo, traccia segni sulla carta, sulla stoffa ed anche sull'intonaco.
La matita salva dall'emergenza di appuntare quella piccola indicazione: un civico di una via in cui sta per partire una storia, un riporto dell'operazione a mente, una segno grafico impellente quando sei al telefono.

Insomma, vorrei essere così: uno strumento ordinario di supporto al prossimo e testimone alla nascita di idee e bellezza.

Sperando sempre che non arrivi un impeto di ira o -peggio- un bambino distratto, una cacca e una suola a carrarmato.


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