giovedì 13 febbraio 2014

Get on board

Quando ero piccola avevo alcune certezze incrollabili.
La prima era che da grande sarei diventata una principessa, ma se ciò non fosse stato possibile avrei volentieri fatto la cassiera alla coop.
La seconda era relativa alle mie doti artistiche: ero certa che il mio sarebbe stato un futuro ricolmo di musica e di ballo.
La terza é la convinzione che ciò che il mio prossimo fa sia anche nelle mie possibilità.

Di questi tre capisaldi qualcosa s'è avverato, qualcosa no; per inciso, sto ancora cercando di diventare cassiera al supermercato.

Ci sono alcune situazioni, alcune fantasie ed alcuni personaggi che incidono profondamente sui percorsi di crescita.
Per me è stata di fondamentale importanza Shirley Temple (non me ne volere Raffaella, ti dedicherò un post). Se dovessi oggi analizzare la figura della diva bambina, dovrei riconoscere che la sua fama precoce, i sentimenti su cui faceva leva e gli atteggiamenti inappropriati che l'hanno resa famosa sono stati dannosissimi e precursori di alcune piaghe sociali che prolificano anche oggi.
All'epoca però non ne sapevo nulla e mi bevevo adorante tutti i suoi film sognando il tip-tap. Ricordo paia e paia di scarpette in pelle lucida. Ricordo tentativi goffi ma tenacissimi di imitare allo specchio i movimenti. Ricordo anche mille segni di gomma nera sul parquet della camera dei miei genitori. E mio padre che per scherzarmi diceva "non è una bambina, è una nana di trentacinque anni".
Oggi i trentacinque anni li accetterei; e poi non é vero pà, ti stai confondendo con Arnold.
E anche la precoce invidia del ricciolo d'oro è accettabile se rapportato a quella condizione serena di magica porporina nella quale per mano mi conduceva Temple ogni volta che affacciata al piccolo schermo mi commuovevo per le storie di miseria di cui era sempre protagonista. Mi indignavo per i soprusi dei fratellastri, per gli abbandoni subiti -alcune storie erano da segnalazione al telefono azzurro-, mi incantavo davanti alle coreografie.

La realtà Shirley è che probabilmente ti saresti divertita di più se fossi stata una mocciosa qualunque come me, ma non posso che ringraziarti e detestarti allo stesso tempo per i sogni di gloria con i quali hai plagiato la mia giovane mente.


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