lunedì 24 febbraio 2014

Grazie dei fior

Ho questa sorta di attrazione fatale per la kermèsse fiorita, chi mi frequenta-social nei giorni scorsi se ne sarà sicuramente accorto.
Non so esattamente come sia nata questa mia mania; forse tra i trentatrè di nonna, o forse tra i testi in anticipo nel copioso inserto di sorrisi. In ogni caso tanto, tanto tempo fa.

Quest'anno Sanremo ci ha offerto uno spettacolo stanco, dalla conduzione svogliata, dalle battute mosce.
Forse l'italiano medio non ricorderà neanche gli ospiti, fatto salvo per il Lucianone Ligabue che ha letteralmente fatto spellare le mani agli astanti.
E per il popolare Renzo Arbore il cui abbandono di palco temevo sarebbe stato provocato da spari ad altezza gambe.
E l'immenso Gino Paoli chiamato a dare lezioni di stile intramontabile.
Mi sento di salvare tutta la vita Damien Rice, e il mio adorato Paolo Nutini insieme a Rufus Wainwright sfuggito miracolosamente da un linciaggio mediatico sponsorizzato dai papaboyz. Certo questo tris rimane poco noto tra le casalinghe di Voghera, ma questo è stato un festival atipico.

Non ho amato nessuna canzone e, di fatto, non può essere una vittoria per nessuna manifestazione musicale.
Il mio impegno costante in questi giorni è stato quello di sottolineare ed esasperare tutti i particolari degni di nota.

Continuo a non capire il significato di una serata-tributo alla musica italiana in cui i big in gara, come tornando agli anni di gavetta, si cimentano in cover fedelissime ma mai all'altezza. Sanremo dovrebbe essere una sorta di reparto ricerca e sviluppo della musica italiana, invece si perde nella celebrazione di un partimonio culturale troppo pesante per essere superato.

Mi cimento in un pagellino di alcuni brani, giacchè ci siamo:

Gualazzi/Beetroots: un mix letale tra zucchero e sisteract -ma più incantabile- con un pizzico di soo-le-maney.
Arisa: inutilmente radiofonica.
Noemi: sguaiatamente convinta di trionfare, con una canzone tossita con la grazia di un masticatore di tobacco.
Palma: prevedibilmente orecchiabile ed immancabilmente retro'.

Il resto, giuro, non me lo ricordo.
So che Rubino aveva la mia approvazione ed i Perturbazione anche, ma soffro di amnesia musicale.

A discapito delle canzoni neppure troppo obsolete, voglio ringraziare di cuore quei meravigliosi ninnoli che hanno allietato le mie serate.
In ordine sparso:
  • le poppe di Arisa;
  • la manicure con base trasparente di Sarcina;
  • il baffo -apparecchio- placcato oro che Noemi ha usato a mo' di collana la prima sera;
  • i tailleur sbagliatissimi della Ruggiero (sì, ci vuole la i);
  • il parrucchino di Ron ton sur ton con sopracciglia e fondotinta;
  • Renzie, fuori gara ma presentissimo;
  • la Mannoia, troppo sexy per una serata di pianobar;
  • Palma e il miracolo della vista ritrovata;
  • il Repetto dei Tiromancino, Riccardo Sinigallia.







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