giovedì 8 gennaio 2015

Povero Charlie

Povero Charlie.

Povere matite con la mina spezzata, con la voce rotta, con le ginocchia sporche di vetro e sangue.
Poveri noi che restiamo con la voce altrettanto rotta.
Con la stupidità che ci scorre nelle orecchie, con gli occhi pieni di controsensi e clichè.

Rimbombano i golf anonimi di Salvini a cui tanti si stringeranno e a me si stringe il cuore a pensare a chi lo farà.
Quel che fa più rumore sono le bocche cucite, e il fatto che non sappiamo reagire ad una violenza così antica che vieta l'espressione.

Povero Charlie e poveri noi che rimaniamo quasi intonsi ma comunque impregnati di violenza. L'orrore entra sordo dalle immagini che non ci fanno più male, dai filmati di uccisioni inevitabili come i temporali primaverili.
Poveri noi che saltiamo da un lutto all'altro senza sapere dove convogliare la nostra sofferenza, senza sapere da cosa difenderci e quale nome dare alla nostra paura.

Povero Charlie e poveri noi, che alla fine scordiamo tutto.
Anche le tette di Belen offerte in omaggio votivo, che han fatto incazzare il web ma noi un po' di più.




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