lunedì 13 gennaio 2014

New shoes (la follia della donna)

Le scarpe sono una cosa fondamentale.
Sono il filtro ed il collante che ci lega direttamente al suolo, sono il mezzo attraverso il quale viaggiamo, non esiste un solo bel giorno da passare completamente scalzi nella vita.

E' incredibile come la scelta della calzatura sbagliata possa influenzare l'andamento della giornata: una scarpa stretta o scomoda provoca dolori feroci, un difetto od una rottura portano imbarazzo così come l'abbinamento sbagliato compromette anche l'abito più bello.

Le scarpe sono capi intimi, al pari della biancheria.

Le scarpe sono una metafora, quando si dice "due piedi in una scarpa" o "mettiti nei miei panni", che in inglese diventa "in my shoes", c'è tutto un mondo ed una condivisione strettissima di punti di vista che mal consideriamo ogni volta che sbaviamo rabbiose davanti alla vetrina di una pelletteria.

Dimmi che scarpe calzi e ti dirò chi sei.
Si, non sto esagerando, e vi assicuro che lo spirito di Carrie Bradshow non s'è impossessato di me.

Le scarpe si somigliano un po' tutte, eppure sono sottilmente diverse; basta una curva leggera, un angolo più squadrato o non armonioso a decretarne la scelta. Bisogna giudicarle con cura; pesare, accarezzare, valutare l'esterno e l'interno. Capire come questo capo sosterrà i nostri percorsi e se quel tacco sarà abbastanza forte da sorreggere le nostre giornate storte.

Gli uomini dovrebbero fare tantissima attenzione a cosa mettono ai piedi,  perchè l'occhio clinico del gentil sesso non dorme mai quando si tratta di cogliere il dettaglio.
Per questo una ginnica malconcia e sdrucita non ci acchiappa. E neppure la pedula tecnica, che all'80% dei casi, sarà ai piedi di un tipetto piuttsto nerd, perito forse, che l'accompagna ad un mazzo di chiavi enorme fissato al passante dei jeans con un antiestetico moschettone.

Se poi volessimo proiettarci nella bella stagione, allora ecco che l'orrore sarebbe servito.
Passeggiando in una località balneare, sovrappensiero, il male mi coglie; butto un occhio sull'asfalto rovente e vengo fucilata da un turbinio di dita disarmoniche che si aggrappano alle infradito, si sollevano, si trascinano impietosamente, zoccoli, sandaletti e tutto il campionario di amenità estive.

E qui mi sciolgo in un appello, cuore in mano, rivolto a tutti voi signori. Io vi prego. Vi supplico. Dite no al sandalo, usate con parsimonia l'infradito e non lasciatevi andare alle bierkenstock, cancro sociale.

Davvero, io non so con che occhi guardarvi.
Vi voglio bene, certo, ma parlando con voi so che lo stesso istinto che ti costringe a guardare in basso quando soffri di vertigini, mi porterà a puntare gli occhi sulle vostre estremità inferiori.

E se davvero fossi sfortunata, potrei sorprendermi nel constatare che -mondieu!- state indossando uno di quegli orribili ciavattoni con strappo in materiale plastico indefinito, che ancora non abbiamo eliminato pur considerandoci una società evoluta.

State pensando che io abbia scritto idiozie, lo so.
Se vi ostinerete a calzare oscenità, non dovrete lamentatevi se le vostre donne continueranno a fingere mal di testa.



1 commento:

  1. Le Bierkenstock sono le pro-nipoti del cosidetto "sandalo da frate", ovvero il bromuro della calzatura. Ah, poi farei una menzione speciale alle Crocs..., ma grazie per non averla fatta <3

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