lunedì 16 dicembre 2013

You can't be told

Ci sono mondi interi costruiti solo sulla forza delle parole.
Ci sono parole perfette, di una forma strabiliante.
Ci sono parole forti come uragani, soffiate in punta di labbra.
Parole che cambiano tutto.
Parole lucide ma vuote come palle di natale in vetro sottilissimo e colorato.

Ci sono universi che si possono costruire nelle assonanze.
Le emozioni germogliano tra le lettere, ed a loro rimangono ancorate.

Ci sono vite che si annodano alle parole.
Alcune si incontrano per caso, e carpiscono proprio quell'alchimia meravigliosa che sa di miracolo per quanto è pura. E allora le persone si annusano a parole. Si amano a parole. E calibrano sulle parole tutto ciò che può essere misurato.

Ci sono le parole che non riuscirai mai a capire, nemmeno con un dizionario in mano.
La corrispondenza è univoca, la definizione nota, eppure alcune parole ti piombano addosso senza attaccarsi. Ti sfiorano, ti oltrepassano. Ma mai riesci a capire che sono proprio rivolte a te.

Ci sono situazioni che neppure con la più ferrea logica sono spiegabili.
Come quella mancanza ostinata e sorda, che comunque non può trovare nessun riparo.
E' così, alcune cose sono o non sono, e tutti i muri di discorsi, gli intrecci di ragionamenti che possono nascere non contano nulla.



Le cose succedono, e se dovessi spiegatele a parole ne butterei sul tavolo un ammasso spaventoso. E converresti con me che sono contraddittorie.
Allora ti arrabbieresti, urleresti, e i tuoi occhi scuri si farebbero neri come la pece e forse di più.

Quello che voreri dire, non te lo so dire.
Alle volte è solo necessario fermarsi.
Altre volte non va bene neppure quello, allora devi continuare a correre, e a filare come una trottola lanciata con molta precisione.
Bisogna solo che certi venti smettano di soffiare, e non c'è modo o desiderio disperato che possa avvicinare il momento preciso in cui smetteranno di farlo.





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