Nel fluire del tempo, nel divenire, abita il viaggio. Siamo operatori silenziosi soffiati in ogni istante e cerchiamo incessantemente conferme: nei luoghi che ci appartengono maggiormente così come negli angoli polverosi a cui prestiamo lo sguardo una sola volta.
La cosa peggiore è non sapere dove ci rincontreremo. Quando mi chiamerai? Ho paura di non riuscire a sentirti.
Potrei essere un odore, l'ultima volta che ti ha scosso il vento, un truciolo di legno sulla tua scrivania o un cane che segna il bordo strada.
Siamo operatori silenziosi e seguiamo percorsi per fede o, forse, per mancanza di alternativa. Il senso verrà dopo, io sono sicura, avrò l'intuizione a ritroso, a bocce ferme.
Ci vedremo ancora o ti vedrò solo io.
In quel momento ti aspetto, con l'angolo della bocca sollevato pronto a farsi sorriso.
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